Nel cuore del collio goriziano ai limiti del parco naturale di plessiva sorge ronco dei tassi, un’eccellenza friulana
Un po’ di storia
Fondata nel 1989 da Fabio Coser e sua moglie Daniela, l’azienda nasce dalla passione e dalla determinazione di una coppia che decide di trasformare un podere di circa 9 ettari, di cui 4 a vigneto, nel cuore del Collio Goriziano.
La visita
Immersa in un’atmosfera unica, Ronco dei Tassi si estende a un’altitudine che varia dai 140 ai 200 metri sul livello del mare, abbracciando i limiti del parco naturale di Plessiva. Quest’area, protetta e ricca di flora spontanea e fauna selvatica, offre un habitat ideale per le viti. È qui che alcune colonie di tassi, affascinanti creature che amano nutrirsi dei grappoli più dolci durante la vendemmia, trovano la loro dimora. Proprio dalla loro presenza speciale e dalla disposizione dei vigneti in terrazze ben esposte, chiamate “ronchi”, prende vita il nome dell’azienda: Ronco dei Tassi.
La loro filosofia produttiva si basa sull’equilibrio tra tradizione e innovazione, con un’attenzione scrupolosa alla qualità e al rispetto dell’ambiente circostante. Attraverso un’agricoltura sostenibile e un processo di vinificazione attento, l’azienda crea vini di straordinaria personalità, capaci di raccontare il territorio e di catturare l’anima del Collio Goriziano senza risultare mai stucchevoli.
La degustazione
Passando alla degustazione, li ho trovati tutti molto “beverini” con una grande freschezza e mai stucchevoli nonostante le gradazioni alcoliche importanti.
- Friulano 2022 – didattico, piacevole, con un finale leggermente ammandorlato ma mai amaro
- Malvasia 2022 – presenta un bellissimo bouquet di macchia mediterranea e agrumi. A mio avviso un’uva da approfondire perchè spesso bistrattata ma capace di regalare grandi vini
- Sauvignon 2022 – i sauvignon che piacciono a me, ricchi di note piraziniche ma al tempo stesso con un bel corpo
- Fosarin 2020 – blend di Friulano, Malvasia e Pinot Bianco, un vino ricco, complesso e con un equilibrio invidiabile. A mio avviso un po giovane
- Pinot Nero Riserva 2019 – un pinot nero che fa un notevole affinamento in legno ma avrebbe bisogno anche di qualche altro anno in bottiglia.
Nel complesso grande pulizia, finezza e una beva piacevole che invita ad un secondo/terzo calice.
I voti alla visita
da 1 a 10